Tutto ha avuto inizio con una soglia invisibile.
Elena Brovelli ha vissuto un’esistenza segnata da esperienze intense e trasformative.
Adottata a soli tre mesi, ha cercato per tutta la vita la madre naturale, ritrovandola solo dopo la sua morte. A questa mancanza primordiale si sono aggiunti i lutti del marito e dei genitori adottivi, avvenuti nello stesso, fragile periodo.
Ma Elena non ha ceduto al dolore.
Ha scelto la luce. Ha scelto il gesto.
Nel silenzio di quella frattura esistenziale, ascoltando October di Adrian Berenguer, ha sentito una chiamata. Le sue mani hanno iniziato a plasmare tessuti come spinte da una forza invisibile, generando forme nuove, intime, sacre.
Non è nata un’opera. È nato un portale.
Nel tempo, questo gesto si è caricato di una dimensione sempre più profonda.
Elena ha intrapreso un percorso di risveglio interiore, fatto di meditazione, ascolto del corpo e apertura energetica.
Le sue mani creano solo quando sente di essere canale.
Ogni piega è il riflesso di un’onda che parte da dentro e si manifesta nella materia.
Ma non tutti vedono. Non tutti sentono.
I portali Brovelli si aprono solo a chi è sulla giusta frequenza.
A uno sguardo distratto possono sembrare tessuti. Ma per chi è pronto, accade qualcosa: un varco si apre, un’energia si muove, una rivelazione prende forma.
Alcuni hanno riconosciuto nella sua pratica l’energia gestuale e inconscia di Jackson Pollock, la forza immersiva e rituale di Marina Abramović e la vibrazione silenziosa dei fili di Chiharu Shiota.
Altri ancora, nella tensione tra corpo e materia, hanno evocato la poetica sensoriale di Rebecca Horn.
Ma Elena Brovelli non si colloca tra.
Lei si sottrae. Si dissolve. Si espande.
Le sue opere non sono da guardare.
Sono da attraversare.
Sono esperienze liminali che si collocano al confine tra arte visiva e rito energetico.
Ogni creazione è un invito alla trasformazione, una soglia da varcare solo se si è pronti a cambiare.
Nata a Milano. Iniziata dal mondo.
Elena Brovelli nasce il 29 agosto a Milano, ma le sue vere origini risiedono nei passaggi interiori che hanno segnato il suo cammino.
Dopo la laurea in Relazioni Pubbliche allo IULM e un percorso professionale tra istituzioni culturali e aziende internazionali, ha intrapreso un viaggio che ha progressivamente spostato il baricentro dal fuori al dentro.
I suoi viaggi non sono stati semplici spostamenti geografici, ma soglie.
New York, Dubai, Londra, Parigi.
Poi Cuba, con il suo senso profondo di appartenenza collettiva.
Le Maldive, come rifugio silenzioso.
Le isole caraibiche, come richiami di una memoria non scritta.
Infine la Cina, la Giordania, la Turchia, l’Egitto: luoghi dove la materia conserva ancora il suono del sacro.
In ciascuna tappa, Elena ha raccolto segni, silenzi, intuizioni.
Ha vissuto esperienze che non racconta, ma che traspaiono nei gesti e nelle opere, come tracce lasciate da incontri che non sempre avvengono nello spazio visibile.
Oggi Elena cammina lungo il sentiero che ha scelto lei, o che forse l’ha scelta.
Ogni opera nasce come risposta a un impulso sottile, vibrante, impossibile da ignorare.
La materia che tocca si carica di senso, diventa specchio, diventa risonanza per chi è pronto ad ascoltare.
È questo il punto di partenza da cui nascono i suoi portali:
forme visibili di una trasformazione invisibile, che solo chi è pronto saprà riconoscere.
“Elena Brovelli’s art is a journey to be touched. Discover a unique sensory
experience, inclusive of the visually impaired.”
-BEYOND ART & DESIGN-
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